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Giulia Ciacci

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THE BOX RICCIONE: DALLA WANDERLUST AI FILM DI WES ANDERSON

Il viaggio, nel suo significato più generale, è l’azione di muoversi per andare da un luogo all’altro.

Si viaggia per motivi diversi, per conoscere, per imparare, per business, per incontrare altre persone o semplicemente per divertirsi, certamente il viaggio è un’esperienza che ha il potere di aprire gli orizzonti non solo fisici, ma anche culturali del viaggiatore, porta chi lo compie ad uscire dalla propria comfort zone, spostarsi, incontrare persone, fare, mangiare, vedere cose nuove e diverse.

Il desiderio di nuove avventure, di scoprire il mondo,  o un incontro di lavoro, fanno si che oggi il viaggio sia parte integrante delle nostre vite. Ma che cosa cerchiamo quando viaggiamo? cosa desideriamo, cosa vorremmo trovare al nostro arrivo?

Da queste domande siamo partiti per raccontare la storia di Marianna Chiaraluce e Alfredo Monetti, coppia nella vita e nel lavoro e padroni di casa al The Box, hotel appena inaugurato nel cuore di Riccione, ad un passo dal Viale Ceccarini.

“Abbiamo viaggiato molto prima di concepire il progetto di The Box, abbiamo cercato di vivere i luoghi in cui siamo stati e scoprirne l’autenticità, e abbiamo capito che fuori casa cercavamo soprattutto comfort, bellezza e connessioni umane”, ci racconta Alfredo.

The Box è un concept, ideato da viaggiatori per viaggiatori, gli ospiti vengono accolti da noi con  un sorriso e una stretta di mano, all’interno del nostro locale, il MAD, acronimo di Meet And Drink. Non una lobby ma un punto di incontro con bar  e cucina sempre aperti, che propone piatti e drink dalla colazione al brunch alla cena”.

Il banco reception, alla destra del bar, consente l’accesso alle 34 camere e alle 6 suites che compongono la struttura, qui la sensazione è di far parte di una community, e di essere all’interno di un social hub, un luogo di connessioni umane, dove ciascuno può configurare la propria esperienza di soggiorno, senza orari, nella libertà delle proprie abitudini e del proprio ritmo.

“Perchè al MAD”, continua Alfredo, “ si comincia alle 7 del mattino con le colazioni internazionali, per poi passare al bruch fino al tardo pomeriggio. All’ora dell’aperitivo i nostri barman-mixologist propongono cocktails creati ad-hoc che accompagniamo a piatti di cucina fusion fino a notte. In questo modo gli ospiti possono sentirsi liberi di gestire il proprio tempo, dormire fino a tardi e mangiare quando preferiscono, sapendo che c’è sempre qualcosa di buono che li aspetta. E’ un servizio fuori dagli schemi, che vuole sdoganare il concetto alberghiero tipico della Romagna, (e non solo), della pensione completa, e della tabella rigida degli orari della cucina”.

Nella zona dell’ingresso è ben visibile la Ping Pong Room, una sala vetrata che affaccia sulla via principale, arredata con un tavolo da ping pong rosa.  “Sempre di più oggi chi viaggia ha anche bisogno di incontrare altre persone per condividere momenti di lavoro. Questa sala è dedicata a riunioni aziendali e ai gruppi di co-workers, ma anche ai singoli ospiti che si accomodano qui con il proprio laptop. Lavorare diventa anche un momento di socializzazione e permette di sentirsi parte di una community di persone con le stesse esigenze.”

Live like a local, vivi come uno del posto, è la parola d’ordine alla base dell’esperienza che questo nuovo concetto di ospitalità vuole generare.

The Box e il MAD si pongono come punto di aggregazione in cui anche i locals, gli abitanti del posto, si ritrovano e condividono con gli ospiti alcuni momenti della giornata, generando relazioni umane e quella sensazione memorabile di sentirsi a casa, anche fuori casa, completamente a proprio agio.

“I nostri ospiti spesso vogliono consigli per uscire a cena, o per fare un’escursione e visitare il territorio, o per dedicarsi allo shopping, nessuno vuole più sentirsi un “turista”, c’è il desiderio di instaurare connessioni emotive con le persone e i luoghi. Per questo, fin dal nostro sito web e dai nostri social, proponiamo alcune esperienze da fare sul posto, e una volta terminato il soggiorno manteniamo un contatto con i nostri ospiti, sulla base delle loro preferenze, aggiornandoli sugli eventi che facciamo qui a The Box, ma anche quelli che selezioniamo sul territorio. In questo modo si entra a far parte di una cerchia, si genere una sorta di membership del The Box.”

Il design degli spazi comuni è spontaneo e fresco, ricorda alcune visioni del regista Wes Anderson, i toni pastello del rosa e del verde si abbinano a inserti in ottone ed elementi ispirati agli anni ‘50. “Ci sono alcuni pezzi vintage che abbiamo fortemente voluto”, dice Marianna, “come il Photo box posizionato vicino al bar: puoi fotografarti con i tuoi compagni di viaggio e ciascuno porterà con sé un ricordo stampato.. oggi le foto spesso rimangono in digitale all’interno dei nostri smartphone, ma la carta ha ancora il suo fascino.”

I dettagli sono importanti e fanno la differenza” continua Marianna, “le camere con arredi in legno naturale sono rese più ammiccanti da una selezione di carte da parati ispirate agli anni ‘50. Ciascuna stanza è dotata di telefono in stile vintage con cui mettersi in contatto con la reception, un kit di accoglienza con bollitore retrò e tazze personalizzate, una mappa creata da noi di Riccione e un lightbox appeso alla parete con una delle nostre frasi preferite, diversa in ogni camera. Nelle suite abbiamo inserito un mobile bar con giradischi ed una selezione di vinili… La musica può regalare emozioni, ciascuno può scegliere un disco e godere del suono del vinile, un piacere che spesso a casa non ci regaliamo più. Per i più tecnologici è disponibile uno speciale smartphone per ogni camera, pensato soprattutto per garantire connettività illimitata agli stranieri, ma con tante informazioni sui posti da visitare e un servizio concierge in tempo reale con il MAD e la reception.”

Salendo all’ultimo piano ci aspetta il “Fifth Club” con lo spazio eventi chiamato “L’appartamento”.

Un ambiente raffinato, inondato di luce naturale che entra dalle ampie vetrate, si affaccia su una profonda terrazza che permette di godere dall’alto il panorama della spiaggia e del mare di Riccione.

“Anche in questo caso abbiamo voluto interpretare una nuova esigenza dei nostri ospiti” ci racconta Alfredo, “mettendo a disposizione una vera e propria casa, dotata di cucina a vista,  un tavolo da pranzo per ospitare un numeroso gruppo di commensali e una zona lounge con divani sia interni che esterni.  E’ pensato per feste private e cene aziendali, è possibile prenotare uno chef e creare un evento unico e personalizzato, diverso dalla solita cena al ristorante, e chi vuole può usufruire delle due suites allo stesso piano.”

La ricetta di The Box è una alchimia incentrata sulle persone, sugli ospiti, su di noi, su ciò che ci appassiona e ci fa sentire bene.

Con uno sguardo al passato per il design e le atmosfere, i nuovi concetti di ospitalità vanno verso il futuro che è social e tecnologico, nell’ottica di regalare un’esperienza indimenticabile.

Il mondo dell’hospitality si arricchisce di servizi innovativi e variegati, apparentemente visionari, ma che rispondono a bisogni nuovi e ben definiti. La valorizzazione del territorio e la voglia di integrazione con gli abitanti del posto consente di dare risposte anche ad esigenze più ampie, connettendo perfettamente queste nuove strutture al tessuto urbano e sociale in cui si inseriscono.

Alcune esigenze dei viaggiatori contemporanei sono in fase di definizione proprio ora, mentre scriviamo, e altre sono in totale evoluzione. Il successo di AirBnB ci ha fatto capire che le persone vogliono viaggiare sentendosi a casa, avvolte da un’atmosfera calorosa, confortevole e familiare, c’è voglia di cose vere, spontaneità, interazioni umane e luoghi da scoprire in maniera autentica.


Giulia Ciacci

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L’ERA DEL SUPERDESIGN

Dal 17 al 22 aprile, a Milano, si sono svolti contemporaneamente il Salone del Mobile ed il Fuorisalone, due approcci diversi ma complementari al mondo del design e dell’arredamento

In fiera a Rho sono andate in scena le dinamiche del mondo dell’arredo che produce business e che conquista fette di mercato, una kermesse per gli addetti ai lavori e gli appassionati del settore, padiglioni e stand con spazi sapientemente progettati, densi di dettagli preziosi in scenografie perfette. Più di duemila aziende si sono mostrate in tutto il loro splendore a oltre 434.000 visitatori di questa edizione da record. Contemporaneamente, in città, hanno preso vita circa 1.300 eventi.  Tortona,  5 vie, Brera, Porta Venezia, Ventura, Università degli Studi di Milano, via Durini, sono luoghi oggi divenuti simbolo di design a livello mondiale. Nei palazzi storici e nei giardini i grandi nomi della moda, come Louis Vuitton, Hermes, Marni, insieme a designer affermati, tra cui Dimore Studio, Cristina Celestino, Studio Pepe, e aziende del settore, hanno incantato i visitatori e indicato la strada del design dei prossimi anni.

SUPERDESIGN

Superdesign (Super, dal latino “sopra”) è la parola più potente ed evocativa che riassume il Fuorisalone 2018.

Dopo aver rielaborato tutto ciò che abbiamo visto, sentito, respirato e toccato possiamo pensare che il Design si è evoluto in Superdesign!

Superdesign Show è il titolo della mostra presentata anche quest’anno dallo storico Superstudio Più, in via Tortona, luogo in cui, da ormai 20 anni, si può fare esperienza di design innovativo, frutto di una ricerca sulle eccellenze, le tendenze e gli stili di vita. In particolare ci ha permesso di riflettere sull’idea del Superloft, un concept ideato dall’architetto Giulio Cappellini: la casa in cui ciascuno di noi vorrebbe vivere. Una casa internazionale, cosmopolita, adattabile a qualsiasi luogo e tecnologica, che contemporaneamente rispecchia la tradizione e la cultura da cui proveniamo.

Nella vita quotidiana i luoghi in cui viviamo sono i contenitori delle nostre attività, possono realmente influenzare la nostra esperienza e di conseguenza il modo in cui ci sentiamo.

In questo periodo di grandi contaminazioni di stili, il design deve essere custode della nostra cultura e della nostra storia.

GLI ARCHITETTI – “HOME CURATORS”

Architetti e designer si relazionano con la vita contemporanea e diventano “home curators“. A palazzo Bovara alla mostra di Elle Decor: “Onlife. Millennials at Home” abbiamo vissuto negli spazi in cui le generazioni dai 20 ai 40 anni, iperconnessi digitali, vogliono vivere, condividere e lavorare.

Gli addetti ai lavori rispondono all’evoluzione degli stili di vita della società, non è più solo una questione di tendenze, ma si lavora per disegnare e creare gli spazi del mondo che verrà, e delle nuove necessità. Ogni installazione è stata progettata nella sua multisensorialità, con attenzione non solo alla qualità degli oggetti e dei complementi esposti, ma con grande cura nella creazione dell’atmosfera, usando luci emozionali, aromi, musiche, proiezioni, media, interazione.

TENDENZE

Gli allestimenti hanno portato alla ribalta oggetti ipnotici e seducenti, ispirandosi a palette di colori che vengono dagli anni 70 – 80, inserendo richiami alla storia del design e pezzi vintage di arredamento, omaggio ai grandi designer.

Hanno trionfato i materiali naturali, legni, metalli e marmi, ma anche vetri, ceramiche, resine, tessuti e texture innovative, integrati a superfici led e sensori interattivi. La forma classica dell’arco a tutto sesto è riconoscibile nella progettazione di elementi di arredo, come cucine, librerie e divisori, nelle decorazioni murali e ceramiche da rivestimento. Il verde indoor si conferma grande protagonista degli spazi per il confort e la vivibilità che conferisce. Piante di grandi dimensioni, come kenzie o banani, hanno il compito di rievocare la magia e la freschezza del giardino all’interno delle mura domestiche.

Il design si concilia con l’internet delle cose, che rende gli oggetti molto intelligenti e versatili. L’assistente domestico di Google Home ci permette di controllare i sistemi elettronici e interagire con essi a suon di comandi vocali, il forno dialoga con il cibo cucinandolo al punto giusto in maniera salutare.

Siamo tornati a casa entusiasti e ottimisti, abbiamo sognato, ci siamo emozionati e meravigliati per la tanta bellezza, praticità e intelligenza.

GALLERIA

Questa edizione ha riconfermato Milano capitale del design contemporaneo, sia per quel che riguarda il business, sia per l’impatto culturale e la sferzata di energia ed ispirazioni che questo evento riesce sempre di più a sprigionare. 

Giulia Ciacci

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